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Italia banche più care

Ue: all’Italia il primato delle banche più care
Per la commissione Ue il costo annuale è di 292 euro. L'Abi replica: non si superano i 150.
Rispetto all'Europa 4,2 miliardi di spese extra

Di Gaia Passi su soldionline.it
mercoledì, 6 aprile 2011  

Per una volta l’Italia risulta al primo posto di una classifica europea: quella delle
banche più costose. La Commissione europea, in uno studio commissionato sei mesi fa e
pubblicato da Der Spiegel, ha stimato in 295,66 euro medi annui i costi bancari in Italia,
contro i 114 euro della media dell'Europa.

L’Abi si è affrettata a replicare che l’indagine non è corretta, “perché usa solo i prezzi
massimi di listino, include le tasse, non contempla i conti "a pacchetto”, spiega Gianfranco
Torriero, capo del  centro studi. Ai dati europei l’Associazione bancaria italiana contrappone
i propri, che rilevano a fine 2010 un costo medio dei conti bancari pari a 114 euro l'anno, cui
si sommano 34,2 euro di bolli. Il costo medio sale a 129 euro (163,2 con i bolli) per i clienti
che utilizzano di più i servizi in filiale, mentre la scelta del web si rivela la più “risparmiosa”,
con un costo medio di 97 euro (131,5 bolli inclusi). Lo stesso risultato (114 euro annui di media)
è raggiunto anche dalla Banca d'Italia, con rilevazioni proprie.

Ma quali sono le voci di spesa che incidono maggiormente sul conto annuale pagato dagli italiani?
Per capirlo bisogna innanzi tutto tenere d’occhio l’Isc (Indicatore sintetico di costo),
un parametro introdotto l’anno scorso da Bankitalia per rendere più trasparente l'offerta.
Questo indicatore rileva il costo annuale per un uso standard del conto, suddividento la clientela
in sei "griglie di adeguatezza": giovani, famiglie con operatività bassa/media/alta, pensionati con
operatività bassa/media.

I costi che più pesano sulle tasche degli italiani sono, oltre ai bolli e alle spese di mantenimento,
quelle relative a Bancomat (mediamente 10-15 euro annui), carte di credito (sui 30 euro ogni 12 mesi)
e al dossier titoli (fino a cento euro all’anno). Le operazioni hanno poi costi specifici, che
lievitano nel caso si utilizzi lo sportello fisico della banca, ma si possono tenere sotto
controllo facendo buon uso di internet, carte e sportelli automatici: dai pagamenti ai prelievi,
dalle domiciliazioni alla rata del mutuo, tutto ha un prezzo.

Secondo le stime di Abi, un bonifico verso un istituto diverso dal proprio costa 6,23 euro se
effettuato per cassa, circa la metà con addebito su conto corrente  e appena 0,87 euro via web.
Lo stesso vale per le bollette: la commissione in questo caso va dai 3,16 euro alla cassa ai 2,17
euro con l’addebito, per calare a 0,77 euro online e 0,09 euro con domiciliazione.

Sul prelievo di contanti, la commissione media se si ritira in una banca diversa dalla propria è
pari a 1,62 euro, che sale a quasi 2 euro se si eslcudono le banche online, che in genere non
applicano alcuna commissione. Al momento è in corso un’indagine di Mister Prezzi sulla cosiddetta
“tassa sul contante”, il sovrapprezzo applicato da alcuni istituti di credito sui prelievi allo
sportello fisico della banca.

I risparmiatori italiani affrontano insomma tante spese, a fronte però di pochissimi ricavi. Gli
interessi sono infatti ai minimi storici, e il fatto che le banche non guadagnino sui piccoli
clienti rende concreto il rischio di nuovi aumenti sui costi dei conti correnti, già rilevati
da Patti Chiari nel secondo semestre 2010 (conti online per giovani +11%, +3% per famiglie ad
alta operatività).

Per difendere i propri risparmi quindi è sempre bene effettuare attenti confronti tra i conti
correnti proposti dalle banche e scegliere quello più in linea con le proprie esigenze, sapendo
che molto spesso i conti online offrono parecchi vantaggi in termini di costi. Se da una parte
quindi con il web si può risparmiare sul conto corrente e sulle spese per le commissioni,
dall’altra una soluzione per ottenere una buona rendita sulla propria liquidità è quella di
indirizzarsi verso investimenti sicuri e ben remunerati come i conti deposito, prodotti a
operatività limitata (niente assegni, bonifici, né carte di credito etc) che permettono di ottenere
rendimenti anche fino al 3,5% annuo.



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